Verso un ammortizzatore universale

Confartigianato in audizione alla Camera dei Deputati per chiedere l’ammortizzatore universale per scongiurare l’ipotesi di far pagare ai “piccoli” le tante ore di cassa integrazione dei “grandi”.

I rappresentanti di Confartigianato sono intervenuti in Commissione Lavoro della Camera, all’Audizione sui sistemi di protezione sociale per i lavoratori, richiedendo ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori e non uno unico e identico per tutti i settori.

Confartigianato intende scongiurare l’ipotesi di una riforma degli ammortizzatori sociali condizionata dalla straordinaria situazione di emergenza dovuta alla pandemia.

Gli ammortizzatori andrebbero invece contestualizzati rispetto alle specificità settoriali, ai sistemi di relazioni sindacali in essere ed agli strumenti che da anni svolgono tali funzioni.

Si deve tener conto anche del fatto che, un ammortizzatore unico, che contempli prestazioni e contribuzioni uguali per tutti, metterebbe sullo stesso piano aziende medio-grandi, che in tempi ordinari fanno un ricorso elevato alla cassa integrazione guadagni “con periodi di sospensione molto lunghi e con causali e modalità di utilizzo costruite su misura per le loro esigenze”, con imprese di piccola e piccolissima dimensione, le cui necessità sono ben diverse.

La Confartigianato ritiene che, la creazione di un ammortizzatore unico, sarebbe conveniente solo per i pochi, grandi, utilizzatori, che vedono chiaramente nella riforma la possibilità di ridurre il costo della contribuzione.

Dario Bruni, delegato alle politiche del lavoro di Confartigianato, ha ricordato le caratteristiche di efficienza ed efficacia del Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’artigianato (FSBA) che, in base ai principi di sussidiarietà e mutualità, eroga prestazioni di sostegno al reddito per i lavoratori delle imprese artigiane, che abbiano anche solo un dipendente. Un fondo che, anche in piena emergenza, si è dimostrato molto efficiente e rapido nelle sue modalità di intervento.

Confartigianato ricorda infine che, erogazione delle misure di sostegno al reddito e interventi per il ricollocamento e reinserimento nel mercato del lavoro, vanno collegati e integrati, anche rafforzando il principio della condizionalità. Ed è proprio l’assegno di ricollocazione che andrebbe riportato alla sua funzione originaria, quella di sostegno al reinserimento nel mercato del lavoro dei disoccupati. Così come bisognerebbe rafforzare i Centri per l’Impiego, le Agenzie per il Lavoro e, in generale, i servizi per il lavoro, con lo scopo di favorire l’incontro tra domanda e offerta.