- 25 Maggio 2021
- Posted by: Luisella D'Alessandro
- Categoria: News
Nel cronoprogramma delle riaperture varato dal Governo, dal prossimo 15 giugno saranno possibili, anche al chiuso, le feste e i ricevimenti successivi a cerimonie civili o religiose, tramite uso della “certificazione verde”.
Il settore del wedding ha subito pesanti effetti della crisi Covid-19 a causa dei provvedimenti introdotti per il contenimento del virus, a livello nazionale e locale. Inoltre le imprese operanti in questo segmento sono state ulteriormente penalizzate – seppur con intensità differenti – dal crollo di eventi, congressi, fiere e delle attività culturali e di attrazione turistica, come documentato in una nostra precedente analisi.
Nel 2020 in Italia sono stati celebrati 96.687 matrimoni, numero dimezzato (-47,5%), rispetto ai 184 mila dell’anno pre pandemia (2019), accelerando il trend di decrescita degli ultimi anni.
Le regioni che nell’anno pandemico rispetto al 2019 registrano una più accentuata riduzione del numero di matrimoni celebrati sono: Basilicata (-70,7%), Puglia (-59,5%), Calabria (-57,9%), Molise (-56,8%), Campania (-56,0%) e Abruzzo (-54,1%).
Prendendo a riferimento i dati del periodo pre Covid-19 si osserva che i mesi di maggior addensamento delle celebrazioni di matrimoni sono quelli estivi: da giugno a settembre 2019 sono state celebrate 3 unioni matrimoniali su 5 (60,2%).
Il comparto delle cerimonie e wedding comprende imprese che operano in differenti ambiti di attività: Organizzazione, Location, catering e intrattenimento; Partecipazioni, fotografi e videomaker; Capelli, abiti, fedi e accessori; e Fiori, bomboniere, lista nozze e viaggi di nozze, con un peso variabile delle attività relative a matrimoni e cerimonie sul fatturato totale. All’interno di questi 5 ambiti si individuano 30 settori economici di cui alcuni sono fortemente specializzati, con una più accentuata dipendenza dall’andamento di queste cerimonie ed eventi: agenzie matrimoniali e che organizzano feste e cerimonie, wedding planner, musicisti, cantanti e disc-jockey, imprese che realizzano bomboniere e fotografi.
Nel perimetro dei settori interessati dalla domanda di beni e servizi per cerimonie e wedding – una analisi predisposta in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia – si contano 561.651 imprese, pari al 9,2% dell’intero sistema imprenditoriale. Quasi due imprese su cinque del settore – 214.938 unità, pari al 38,3% – sono imprese artigiane. Tra i settori in esame, quelli a più elevata vocazione artigiana sono: Servizi dei parrucchieri e di altri trattamenti estetici (86,5%), Attività fotografiche (76,4%), Oreficeria gioielleria orologeria (75,5%), Produzione di pasticceria fresca (72,3%), Trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente (71,9%), Gelaterie e pasticcerie (69,8%), Fabbricazione di altri articoli, quali cesti floreali, bouquet e corone di fiori artificiali o secchi, colorazione di fiori, candele, etc. (64,9%), Confezione di altro abbigliamento esterno (59,2%), Confezioni varie e accessori per l’abbigliamento (59,0%), Legatoria e servizi annessi (56,6%), Altra stampa (56,1%) e Attività dei disegnatori grafici (55,6%).
Nelle imprese dei settori potenzialmente coinvolti in cerimonie e wedding lavorano complessivamente 1.682.291 addetti, pari al 9,4% degli addetti totali e la dimensione media di queste imprese è di 2,6 addetti per impresa, in linea con la dimensione media dell’intero sistema produttivo (2,8 addetti/impresa).
Le imprese del comparto del wedding hanno un peso sull’economia del territorio più elevato nelle Marche (11,6%), Toscana (11,5%), Valle d’Aosta (11,1%), Abruzzo (10,1%), Campania (10,1%) e Friuli-Venezia Giulia (10,0%).
Sulla base delle nostre rilevazioni molti dei settori rientranti nella perimetrazione del settore del wedding figurano tra quelli che nel 2020, rispetto all’anno pre-crisi (2019), hanno registrato cali di fatturato delle MPI superiori a quello medio del -25,5%: Trasporto persone (-73,8%), Pasticcerie (-36,7%), Moda (tessile, abbigliamento, calzature, occhiali e gioielleria) (-35,9%), Comunicazione: grafici e fotografi (-33,7%) e Area benessere (acconciatori ed estetica) (-33,6%).